Finale Nba, i Cavaliers battono Warriors ai supplementari. Un eroico Lebron James (40 punti) simbolo del riscatto sociale di Cleveland
Dall’inviato Valeria Rubino
Homecoming. Il figliol prodigo torna a casa. E porta la vittoria in Ohio. Un Lebron James inarrestabile trascina nuovamente i Cleveland Cavaliers con 40 punti, 8 assist e 12 rimbalzi a vincere (95-93) sui Goden State Warriors: la squadra di casa domina gara 3 e, dopo aver vinto la seconda partita delle Nba finals in California, si porta in vantaggio di 2-1 nella Quicken Loans Arena di Cleveland. L’atmosfera nel palazzetto e’, a dir poco, euforica. Il pubblico e’ elettrizzato. I filmati trasmessi sul grandissimo megaschermo che domina la parte alta dell’arena contribuiscono all’incremento del livello di adrenalina. Soltanto nel caso in cui un giocatore dei Cavaliers debba fare un tiro libero, appaiono sullo schermo foto graziose di cagnolini o bambini che dormono per invitare il pubblico a fare silenzio, per qualche secondo, permettendo alle star di casa di concentrarsi sulla precisione del gesto tecnico. E poi riprende il boato, ricominciano i cori, le danze. I tifosi agitano un’aria piccoli asciugamani bianchi creando un piacevole effetto visuale.
È’ tanta la voglia di riscatto in una città difficile. Vincere un campionato per i Cavaliers sarebbe non soltanto una prima storica, ma significherebbe dare una speranza alle famiglie che vivono in condizioni disagiate nel nord-est dell’Ohio, dare un sorriso ai bambini che non hanno molto di più della possibilità di sognare. Sognare una vita migliore, magari seguendo l’esempio di LeBron James: il re del basket nasce ad Akron (Ohio) ed è costretto ad affrontare mille difficoltà da bambino. In mancanza di una figura paterna,, LeBron si ritrova a vagare di casa in casa con la giovane mamma Gloria, ospite di parenti ed amici.
E poi il successo, la fama, la gloria. LeBron porta Cleveland in finale nel 2007, ma non vince. La sua decisione di lasciare l’Ohio, per inseguire i suoi sogni di vittoria con i Miami Heat crea scalpore. I tifosi di Cleveland si sentono traditi; alcuni ex fan bruciano in strada le canotte col nome del campione che giudicano ingrato e traditore. Dopo aver vinto due titoli ed essere arrivato in quattro finali consecutive, King James decide che è il momento di tornare a casa, dalla sua gente, per mostrare ai bambini del nordest Ohio che, nonostante le difficoltà, “non esiste posto migliore dove crescere”.
Il re del parquet si impegna anima e corpo per una sfida secondo molti impossibile. La sua reazione alle critiche di chi lo da’ già per sconfitto e’ un’altra prestazione impressionante. I suoi compagni non si meravigliano. “Non sono sorpreso, LeBron fa sempre così” commenta sorridente il canadese Tristan Thompson.
Le parole di James confermano la sua dedizione.
“Devo fare qualsiasi cosa sia necessaria x vincere. Devo essere aggressivo e tirare molto, se è quello che serve, anche se non è il mio stile di gioco”, commenta dopo gara 3. Il fisico di LeBron e’ provato dalle fatiche del campionato e dalle lotte dei playoff. È’ lui il leader, e’ a lui che si da’ il merito delle vittorie e la colpa delle sconfitte. Fuori dal campo, dopo le partite, quasi zoppica. Ma in campo e’ inarrestabile e non si concede il lusso di sentire il dolore. “E’ per questo che ho i migliori fisioterapisti al mondo” dice James, che passa ore ed ore a fare trattamenti per muscoli, ossa, articolazioni.
Kyrie Irving e Kevin Love, i migliori giocatori dei Cavaliers dopo il capitano, sono ormai fuori dalle finali.
“È’ una sfida diversa. Non ho mai giocato in una squadra dove due giocatori All Star ( i migliori talenti della lega) sono infortunati” spiega LeBron. “Ma i ragazzi sono incredibili. Ce la stiamo mettendo tutta. Abbiamo sbagliato tanto, ma impareremo dai nostri errori” aggiunge.
Tanti esperti li avevano dati per spacciati dopo gara 1. Eppure, sono a due vittorie dal titolo.
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