Migranti, Maroni alza lo scontro: “Blocco navale e stop a Schengen” Bagnasco: “Non alimentare la paura”. Stazione di Milano piena di profughi
La questione immigrazione fa registrare ancora un clima incandescente tra le forze politiche etra le diverse figure istituzionali. «Non dobbiamo fare terrorismo psicologico non dobbiamo farci influenzare dal momento particolare, non dimentichiamo che tra una settimana ci saranno delle elezioni» ha dichiarato il presidente del Senato Pietro Grasso rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano un commento sulle dichiarazione del presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni sulle condizioni «minime sanitarie» dei migranti a margine di un incontro a palazzo Madama sull’immigrazione. Grasso ha fatto appello ha «una coesione e coerenza sociale nazionale». «Non possiamo – ha detto il presidente del Senato – presentarci in Europa o nel mondo divisi all’interno del nostro Paese su questo problema».
In precedenza infatti Maroni aveva lanciato una serie di proposte sul tema dell’immigrazione prima con una nuova lettera ai prefetti e poi durante l’audizione al Comitato parlamentare di controllo sull’attuazione dell’accordo di Schengen, di vigilanza sull’attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione. Quale soluzione per l’emergenza immigrazione? aveva chiesto il Comitato a Maroni. «Bloccare le partenze, impedendo ai barconi di partire con il blocco navale o con un’iniziativa delle Nazioni Unite che devono fare dei campi profughi in Libia» aveva risposto il presidente della Regione, per il quale era anche necessario «sospendere Schengen». Per Maroni in realtà alcune nazioni Ue stanno già praticando un blocco non dichiarato del trattato di libera circolazione: «Si vede cosa succede a Mentone, dove la polizia francese sta effettuando controlli alla frontiera che con Schengen non andrebbero fatti». Successivamente però in una nota Maroni precisava: «Contrariamente a quanto riportato da alcune agenzie di stampa questa mattina durante l’audizione in Comitato Schengen il presidente Maroni ha spiegato che la sua richiesta di sospensione di Schengen fatta già a gennaio, era legata alla sicurezza in vista di Expo e non al tema dell’immigrazione, per il quale Maroni ha ribadito che la sua proposta è bloccare le partenze attraverso la creazione di campi profughi in Libia».
Nella seconda lettera inviata ai prefetti della Lombardia Maroni aveva poi tirato fuori la questione sanitaria scrivendo in relazione alla data di arrivo dei migranti: «Vi invito a segnalarmi se queste notizie sono confermate, le date di arrivo, il piano di assegnazione provincia per provincia, le strutture individuate sul territorio regionale per la sistemazione degli immigrati. Tutto ciò al fine di consentire alle Asl competenti di verificare tempestivamente la presenza delle condizioni minime igienico-sanitarie. In particolare, se si farà ricorso a immobili dismessi».
«La copertura economica e’ stata garantita solo per il 2014 – ha aggiunto in una successiva dichiarazione Maroni riferendosi al tema del finanziamento delle attività legate all’emergenza immigrazione – mentre per il 2015 e 2016 non c’e’ certezza, le problematiche nell’accoglienza come la mancata attivazione dei centri regionali, l’accoglienza nelle strutture temporanee, i centri per minori stranieri non accompagnati, Sistema nazionale di protezione richiedenti asilo e rifugiati (Sprar). Noi siamo in difficoltà perche’ non siamo in grado di sapere quante persone arriveranno». «Questa mia valutazione si fonda sui dati – ha detto ancora Maroni-. Secondo i dati del Viminale la Lombardia è la terza regione per numero di immigrati accolti, le strutture sono al collasso come si e’ visto in stazione Centrale a Milano, dove abbiamo rilevato casi di scabbia e mi sembra impensabile lasciarli li’. Voglio che le persone trovino un’accoglienza dignitosa, garantendo quei parametri di sicurezza che oggi non sono garantiti». Per Maroni «c’e’ una disparità di trattamento fra le regioni di cui il governo deve prendere atto. Io sono d’accordo nella distribuzione sulla base degli accordi presi con il governo, che però non sono attuati. Spero che Renzi ci convochi per trovare una soluzione, che è l’equa distribuzione e il blocco delle partenze».
Sulla questione immigrati è intervenuto successivamente anche il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, che ha invitato a guardare al fenomeno dell’immigrazione e alle soluzioni dell’accoglienza «non con paura, ma con realismo». A margine del national day della Santa Sede a Expo, Bagnasco ha spiegato che non bisogna «alimentare la paura» perché «non è una buona consigliera». «Dobbiamo affrontare i problemi con realismo – ha aggiunto – e con disponibilità da parte di tutti».
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