Appunti di viaggio/4 giorno. Il Cammino di Santiago. Un giornalista in marcia sulle tracce di mille altri passi
Di STEFANO MARINONE
15 Giugno, ore 12:07:05. Il tempo non promette
niente di buono. Per arrivare a Portomarin da Sarria i km sono più o meno 26. Si
cammina tra dolci campagne e fitti boschi di querce e castagni. Si attraversano
molti villaggi medievali, fatti di tre-quattro case, una chiesetta, un cimitero.
E tra un villaggio e l’altro compaiono all’improvviso decine di stalle di tutte
le dimensioni, dalle più moderne e attrezzate alle più piccole a conduzione
famigliare. Ti domandi se tutto il latte d’Europa sia prodotto qui, sul cammino
di Santiago.
Stop per una birra e una tortilla, e poi di nuovo zaino in
spalla.
Il tempo peggiora di minuto in minuto e proprio quando si scorge
Portomarin arriva il diluvio. Ma passa presto e intorno alle 18 la splendida
piazza della città viene occupata da decine di camminatori.
Ormai siamo in tanti
a riconoscerci, a salutarci, a scambiarci sensazioni e stato dei dolori di piedi
gambe e spalle!
Mangiare sul cammino
non è un problema. Di giorno ci si può arrangiare con uno spuntino veloce. Nei
paesini che attraversiamo non è difficile trovare un economico posto di ristoro.
Per la sera poi nessun problema: tutti i ristoranti offrono un ricco menu del
pellegrino a meno di 10 euro, vino e dolce compresi. Ma se uno vuol fare da sé,
in quasi tutti gli albergue c’è una cucina a disposizione degli
ospiti.
La cosa straordinaria è che
sul cammino di Santiago non trovi mai un segno di religiosità esteriore. Non
incontri predicatori, né “illuminati”, né professionisti della fede. Non vedi
neppure immagini sacre o cose del genere.
L’unica cosa che vedi sempre è la
freccia gialla che ti indica la direzione da prendere. E li conchiglia, simbolo
del cammino.
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