La leggendaria Colt verso la bancarotta. Debiti per mezzo miliardo di dollari e il mito del West finisce in amministrazione controllata
Colt, il leggendario marchio delle armi da fuoco americane, è entrato in amministrazione controllata dichiarando il proprio business “fragile”. La decisione di Colt Defense,così come riporta Repubblica.it, era attesa ed è stata ufficializzata nella tarda serata di domenica con la richiesta di aderire al Chapter 11, dopo che l’azienda non era riuscita a trovare un accordo con i creditori per la ristrutturazione del debito. L’azienda è stata fondata nel 1855 da Samuel Colt; in tempi più recenti è diventato il fornitore del fucile M4 per la marina Usa.
Il contratto si è però chiuso nel 2013 e i successivi passaggi a vuoto circa le previste vendite verso il governo Usa, così come il rallentamento di quelle estere e il cambiamento nella domanda che si è spostata verso i fucili sportivi e le pistole commerciali, hanno dato una mazzata importante ai conti del gruppo: le vendite dei nuovi fucili e pistole sportive hanno perso il 30 per cento l’anno scorso, mentre le riserve di liquidità della società si sono andate assottigliando fino alla cifra di 11,1 al 22 maggio scorso.
La richiesta di amministrazione controllata stima che tanto gli attivi quanto le passività del gruppo si situino fino a un massimo di 500 milioni di dollari. I creditori dovrebbero essere una cinquantina. L’azienda intende indire un’asta per la cessione del gruppo entro il 3 agosto, con una offerta iniziale di acquisto dal gruppo di private equity Sciens capital management, già tra i finanziatori della società.
Il processo di ristrutturazione dovrebbe durare una novantina di giorni, trascorsi i quali Colt pensa di continuare a restare in affari. Nella sua comunicazione, Colt ha precisato che sarà in grado di rispettare i suoi impegni verso i dipendenti e il loro lavoro, a West Hartford, grazie a una estensione a lungo termine di finanziamenti per i suoi stabilimenti. Salari e benefit non sarebbero a rischio.
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