Migranti, compromesso al ribasso: la Ue accetta di ridistribuire 40 mila profughi in due anni. Renzi: “Non e’ la soluzione, ma meglio di niente”
E’ “positivo che sia prevalso il principio europeo” della redistribuzione dei richiedenti asilo “sul tentativo di blocco di alcuni Paesi europei”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, al termine del vertice Ue. Nella notte è stato approvato il principio della redistribuzione di 40mila richiedenti asilo da Italia e Grecia in due anni.
“Non abbiamo alzato la voce”, ha rimarcato Renzi, ma “ci siamo fatti sentire”. “Noi non alziamo la voce, noi siamo l’Italia – ha puntualizzato – L’immigrazione rimane una questione prioritariamente italiana, ma era doveroso che ci fosse l’attenzione e la solidarietà da parte dell’Europa. Ci siamo fatti sentire”.
L’accordo tra i capi di Stato e di governo dell’Ue sulla redistribuzione dei migranti è stato raggiunto nella notte dopo un’ennesima maratona negoziale, segnata da scontri e discussioni “emotive”. “I leader – ha annunciato il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk – hanno deciso che 40mila persone saranno redistribuite da Italia e Grecia negli altri Paesi nei prossimi due anni. I ministri degli Interni finalizzeranno lo schema entro la fine di luglio”.
Mentre altri 20mila attualmente nei campi profughi fuori dall’Europa saranno ricollocati, per un totale di 60mila persone. All’accordo si è arrivati dopo una serata di negoziati e trattative durante le quali “le emozioni sono state fortissime”, ha raccontato una fonte europea, e gli scontri anche “violenti”.
Al punto che, mentre i toni si facevano più alti e concitati, i leader hanno interrotto le discussioni e hanno chiesto al premier britannico David Cameron di intervenire e di spiegare il suo piano per rinegoziare il rapporto con Bruxelles in vista della permanenza della Gran Bretagna nell’Ue.
Durissimo il premier Renzi, che ai leader ha detto: “Se non siete d’accordo sui 40mila, non siete degni di chiamarvi Europa. Se questa è la vostra idea di Europa, tenetevela. O c’è la solidarietà o non ci fate perdere tempo”.
Forte è stato lo scontro anche tra Tusk, che insisteva per inserire nelle conclusioni il principio della volontarietà nella redistribuzione dei migranti, e il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, che ha difeso a spada tratta la sua proposta. In tarda serata è stata messa sul tavolo una nuova bozza, che però è stata respinta, fino all’approvazione del documento secondo cui i Paesi membri “decideranno per consenso” sulla redistribuzione dei migranti. Da questa potrebbero essere escluse Ungheria e Bulgaria.
L’accordo sulla redistribuzione dei migranti raggiunto nella notte a Bruxelles comunque rappresenta “un primo passo per poter dire che finalmente la politica dell’immigrazione è europea, ma c’è ancora moltissimo da fare” ha detto Renzi, lasciando il palazzo del Consiglio europeo dopo le tre, al termine della prima giornata del vertice.
“Sin dal primo giorno abbiamo detto che poteva essere più ambizioso”, ha ricordato il presidente del Consiglio, ma “è un fatto positivo” che si sia riconosciuto che “il problema non è solo dell’Italia o della Grecia, ma di tutta l’Europa”. Toccherà adesso a Commissione e Consiglio “decidere quali Paesi e con quali quote” redistribuire i migranti, ha spiegato, ribadendo quanto già detto ai suoi colleghi: “Se di fronte ad un piccolo numero come 40mila richiedenti asilo non ci fosse stata la solidarietà, sarebbe stata una presa in giro nei confronti dell’Europa di cui siamo stati fondatori con altri cinque Paesi con un ideale di libertà, democrazia e di valori condivisi, non è pensabile che l’Europa sia la patria dell’egoismo”.
Ancora, secondo Renzi, l’accordo raggiunto “non è la soluzione del problema, ma la discussione oggi non era sui numeri, ma su un’espressione, la redistribuzione volontaria, e sono molto felice che questa non ci sia nel testo”. “Nei prossimi mesi decideremo la redistribuzione, ma questo è un primo passo”, ha insistito.
Renzi è intervenuto sull’accordo Ue anche con un post su Facebook: “Alle tre del mattino, ma meglio tardi che mai: l’Europa accetta la redistribuzione di 40mila donne e uomini arrivati sulle coste nostre e greche”. “Un primo passo, certo. Non sufficiente a mio giudizio. Ma superiamo il principio del trattato di Dublino, sciaguratamente firmato in passato anche dall’Italia – spiega il premier – Un segno di solidarietà finalmente e la dimostrazione che l’Europa sta insieme per un ideale, non solo per dei valori economici. Certo: c’è ancora molto da fare, e lo faremo. Oggi vince l’Europa della solidarietà e perde l’Europa dell’egoismo: si cambia verso”.
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