Daniel Craig e Monica Bellucci a Roma per il lancio di Spectre. La saga su 007 lungo le sponde del Tevere
Un’azione non concordata a Città del Messico. James Bond (Daniel Craig) viene sospeso da M (Ralph Fiennes), che segue con attenzione la rapida ascesa di C (Andrew Scott), promotore di un nuovo protocollo atto a unificare i servizi segreti di tutto il mondo, attraverso sistemi di sorveglianza all’avanguardia, con buona pace degli agenti 00. Naturalmente, per tenere fermo uno come James Bond non ci sono ordini che tengano: l’unico indizio da cui far partire la sua nuova missione è un anello, con impresso il logo di una piovra.
È ‘Spectre’, ventiquattresimo film della saga su 007, diretto da Sam Mendes (alla seconda e forse ultima regia di un titolo su Bond) e interpretato da Daniel Craig, alla quarta e penultima prova nei panni dell’iconico agente segreto al servizio di Sua Maestà. “Sono stati due anni in cui abbiamo respirato, mangiato, digerito solamente James Bond, ora come ora di parlare di un nuovo film su di lui non ne abbiamo voglia – dice subito Daniel Craig in merito al futuro cinematografico del personaggio, nato dalla penna di Ian Fleming – Dopo quattro film su di lui, quello che so è che all’inizio non volevo scimmiottare gli altri attori che mi avevano preceduto”.
“L’unica regola che ho tenuto sempre a mente è stata quella di trarre ispirazione dai libri e di ricordare che stavo interpretando 007, pur lasciandomi un piccolo spazio intorno per metterci qualcosa di mio” aggiunge l’attore, che dopo la première di Londra, ieri è tornato a Roma per la promozione del film – nelle sale italiane dal 5 novembre in 700 copie distribuito da Warner Bros. – dopo aver girato molte scene di Spectre proprio nella capitale: “Abbiamo avuto il privilegio di realizzare molte sequenze in posti davvero incredibili della città – afferma – dove abbiamo lasciato un pezzo del nostro cuore. Credo che la scena dell’inseguimento sia davvero fantastica”.
“La cosa davvero incredibile – gli fa eco il regista Sam Mendes – è che Bond non fosse mai stato a Roma: siamo rimasti sorpresi e felici del calore con cui la città ci ha accolto, abbiamo potuto scovare tesori incredibili, tra i quali anche Monica Bellucci…”. Sì, perché la nostra attrice è entrata a far parte del ristretto club delle Bond Girl italiane (è la quinta in ordine di tempo), interpretando donna Lucia, la vedova Sciarra, primo ‘cattivo’ a finire sotto il fuoco di Bond.
“Anche se non ha molte scene, è un personaggio chiave quello di Lucia, visto che riesce a fornire un’informazione fondamentale a Bond – dice Monica Bellucci – Credo poi che non sia mai questione di minutaggio, sullo schermo conta quello che si riesce a trasmettere anche in brevi istanti. È stata davvero una grande esperienza poter lavorare con Sam Mendes, che mi ha chiesto di lasciar trasparire la tristezza di questa donna, la sua femminilità anche a dispetto di un’età non più giovanissima, che riesce a sedurre e a lasciarsi sedurre da 007…”.
Il quale, seguendo un criptico messaggio proveniente dal passato, si è messo sulle tracce di una minacciosa organizzazione, denominata appunto ‘Spectre’. A capo della quale troviamo Franz Oberhauser, interpretato da Christoph Waltz, ancora una volta impegnato in un ruolo da villain, dopo i tarantiniani ‘Bastardi senza gloria’ e ‘Django Unchained’: “Non so se per il resto della mia carriera sarò costretto a fare il cattivo per sempre – dice l’attore ridendo – quel che è certo è che ogni volta cerco di dar vita a un personaggio basandomi su quello che mi viene donato, in termini di scrittura, piuttosto che provare a impormi su di esso. Anche se, inevitabilmente, ogni personaggio finisce per essere assoggettato a noi, come se venisse colmato dalla nostra personalità”.
Interpretato anche da Léa Seydoux (è Madeleine Swann, nuovo amore per Bond), Ben Whishaw (è ancora Q) e Naomie Harris (è ancora Moneypenny), ‘Spectre’ – dopo l’incredibile scena prologo ambientata a Città del Messico (“per realizzarla ci ho messo dentro tutto quello che avevo imparato con Skyfall”, dice Sam Mendes) – è introdotto ancora una volta da titoli di testa suggestivi e iconici, sulle note di ‘Writing’s On The Wall’ di Sam Smith.
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