Saga Campidoglio, Marino e’ fuori: in 26 firmano le dimissioni e si scioglie il Consiglio. Ora arriva il Commissario
L’ora dello showdown è arrivata. Son arrivati nella sede dei gruppi consiliari del Campidoglio, in via del Tritone, i 25 consiglieri che hanno firmato le dimissioni, staccando, definitivamente, la spina al sindaco di Roma Ignazio Marino. Lo scioglimento del consiglio potrebbe avvenire già oggi, domani la nomina del commissario. “Le firme non sono state apposte. Il notaio se ne fè andato”, ha confermato, uscendo dalla sede dei gruppi, Ignazio Cozzoli, capogruppo capitolino di Conservatori e Riformisti. Secondo Cozzoli il numero di firme di consiglieri necessario per le dimissioni di massa sarebbe comunque stato raggiunto. “A breve – ha aggiunto – saremo in Campidoglio”. “Abbiamo chiesto di formalizzare le dimissioni all’intera maggioranza in Campidoglio, che è la sede opportuna e non qui”, ha aggiunto Cozzoli.
“Stiamo andando in Campidoglio per firmare le dimissioni. Sono 26 consiglieri, 21 della maggioranza e gli altri delle opposizioni. Ancora non abbiamo firmato il notaio sta preparando l’atto”. Lo ha detto Roberto Cantiani, consigliere di Ncd lasciando la sede dei gruppi consiliari per recarsi in Campidoglio. Ai 19 consiglieri dimissionari del Pd si aggiungono Ignazio Cozzoli e Francesca Barbato (Conservatori riformisti), Roberto Cantiani (Ncd), Alessandro Onorato e Alfio Marchini, Svetlana Celli (lista civica Marino), Daniele Parrucci (Centro Democratico).
Intanto Marino ha fatto sapere che incontrerà alle 18 la stampa, alle ore 18, presso la sala della Protomoteca in Campidoglio.
“E’ un fatto pesante per la democrazia a Roma la decisione del Pd di non consentire un dibattito in consiglio comunale. Le dimissioni dei 25 consiglieri vede insieme il Pd con la Lista Marchini e alcuni pezzi del centrodestra. Mi domando se il Pd si renda conto che la costruzione del partito della nazione a Roma è peggio della sua versione su scala nazionale”. Lo ha detto all’AdnKronos Paolo Cento, segretario di Sel a Roma, al termine della riunione della segreteria nazionale del partito. “Questa comunanza -spiega Cento- prefigura un’alleanza tra Pd e Marchini” alle prossime elezioni. In questo caso, ha spiegato l’esponente di Sel, “saremmo di fronte a un’operazione di trasformismo senza precedenti” e soprattutto “incomprensibile, dal momento che 2 anni e mezzo fa Marchini era contro il Pd e il centrosinistra”.
Marino indagato – Intanto oggi è arrivata la conferma di una notizia che circolava già da diversi giorni: Ignazio Marino, è indagato dalla procura di Roma per il caso degli scontrini. Lui si difende: “E’ un atto dovuto che serve per fare le indagini” ed “eventualmente arrivare anche a una archiviazione”, sottolinea, rivendicando di essere stato “trasparente”.
Il chirurgo sul fronte politico attacca: “Io mi chiedo perché di fronte a un sindaco che chiede un confronto in un luogo democratico” le forze politiche “utilizzano ogni strumento possibile” per impedire il confronto in un luogo in cui “ci si guarda negli occhi”. “Se c’è una tale determinata ostinazione che porta i consiglieri a sottrarsi al confronto ci sarà un motivo che a me sfugge”, aggiunge. Già stamattina, inaugurando una targa intitolata al presidente cileno Salvador Allende, il sindaco aveva detto: “Non mi sento un martire, sono un lottatore sociale che tiene fede al compito che il popolo gli ha dato”.
Eppure il primo cittadino è sempre più solo. Sulla vicenda scontrini arriva su twitter l’affondo dell’ormai ex assessore dimissionario ai trasporti di Roma Capitale Stefano Esposito: “Devo prendere atto di aver dato mia lealtà ad un bugiardo. #vergogna”.
Berlusconi – Io a Roma sarei per appoggiare Marchini, una persona perbene che conosco da tempo… Silvio Berlusconi continua a vedere bene Alfio Marchini al Comune di Roma, anche perché al momento un nome credibile e competitivo, capace di sfidare Pd e Grillo, il centrodestra non ce l’ha. Ieri sera, alla cena di compleanno di Nunzia De Girolamo, il Cav avrebbe ricordato che conosce da tempo l’imprenditore romano e che per ora sarebbe orientato a sostenere una sua discesa in campo per il Campidoglio. Marchini, il ragionamento del Cav, comunque si candiderebbe contro un candidato scelto dal centrodestra e in quel caso si perderebbe ogni speranza di vittoria, lasciando il ballottaggio a Pd e M5S. Per la corsa al Campidoglio si parla con insistenza di Giorgia Meloni, ma Berlusconi, raccontano alcuni presenti, avrebbe spiegato che la leader di Fdi non sarebbe intenzionata a puntare alla poltrona di primo cittadino della capitale.
Grillo – Oggi l’atto finale. Ma è già polemica. “Che succede a Roma? La risposta è nella foto. Per sfiduciare Marino basta votare mozione M5S. Perchè il Pd non lo fa?”, ha scritto su Twitter Beppe Grillo riferendosi a un sondaggio sui risultati alle urne se si andasse oggi stesso al voto nella Capitale. Il M5S, nella proiezione, è avanti, al 33%; il Pd secondo fermo al 17%.
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