Francesca Chaouqui si difende: “Non sono un corvo non ho tradito il Papa”. L’amarezza di Francesco nel mezzo tra corvi e veleni
“Non sono un corvo, non ho tradito il Papa”. Lo scrive questa mattina su Twitter Francesca Immacolata Chaouqui, la 33enne pierre e lobbista di origini marocchine coinvolta nell’indagine “Vatileaks 2″ assieme al monsignore spagnolo Lucio Angel Vallejo Balda. Arrestata dalla Gendarmeria vaticana per la fuga di documenti riservati della Santa Sede, la donna è stata subito rilasciata per la collaborazione prestata agli inquirenti vaticani, per essere nuovamente interrogata oggi per alcune ore dagli inquirenti d’Oltretevere assistita dal suo difensore, l’avvocato Giulia Bongiorno. La nuova inchiesta va dunque avanti: in giornata è previsto che vengano ascoltate persone informate sui fatti, si tratterebbe in particolare di laici.
“Non ho mai dato un foglio a nessuno. Mai a nessuno”, assicura su Twitter la Chaouqui, rimandando a un post su Facebook in cui scrive: “Emergerà presto ne ho la certezza e la totale fiducia negli inquirenti. Non c’è niente che abbia amato e difeso più della Chiesa e del Papa. Neanche la mia dignità. Avrei potuto stare a casa e non presentarmi in Vaticano ma come sempre ho anteposto tutto al Papa. Adesso le cose andranno a posto. Niente compatimenti per favore, io sono a testa alta, niente di cui vergognarmi”. Dopo il post, la signora Chaouqui pubblica sul suo profilo Facebook un’immagine simbolo: la sua stretta di mano con un papa Francesco sorridente, come lei.
Eppure, chi ha potuto parlare con Bergoglio da quando la vicenda è emersa, definisce il Pontefice “molto amareggiato, sconfortato e dispiaciuto”. Voci confermate da fonti vaticane, che però aggiungono come il Papa resti comunque “sereno”. Le ragioni della sua serenità si possono leggere tra le righe dell’omelia che Francesco ha tenuto questa mattina durante la messa in suffragio dei cardinali e dei vescovi defunti nel corso dell’anno: “Che sia sufficiente alla nostra vita la Pasqua del Signore, per essere liberi dagli affanni delle cose effimere, che passano e svaniscono nel nulla. Che ci basti Lui, in cui ci sono vita, salvezza, risurrezione e gioia. Allora saremo servi secondo il suo cuore: non funzionari che prestano servizio, ma figli amati che donano la vita per il mondo”.
A Caouqui, unica donna inserita nella Commissione di studio sulle attività economiche e amministrative voluta dall’allora neo eletto Bergoglio, gli inquirenti d’Oltretevere, il promotore di giustizia Gian Piero Milano e l’aggiunto Roberto Zannotti, contestano di essere tra i responsabili di una nuova fuga di notizie insieme al monsignore spagnolo dell’Opus Dei Lucio Angel Vallejo Balda, già segretario della Prefettura degli Affari economici e mentore della stessa Chaouqui in Vaticano. Documenti che avrebbero alimentato due libri in uscita giovedì 5 novembre: Avarizia del giornalista dell’Espresso Emiliano Fittipaldi, Via Crucis di Gianluigi Nuzzi, già autore di “Sua Santità” che fu al centro del primo scandalo Vatileaks.
Nel suo post, Chaouqui nega il “tradimento”, rispondendo così all’accusa mossa dal documento con cui la Santa Sede aveva comunicato ieri i due arresti. In cui si sottolineava come la sottrazione di documenti oggi sia un crimine anche per lo Stato Vaticano e la loro pubblicazione rischia di pregiudicare lo sforzo intrapreso da papa Francesco per rinnovare e soprattutto ripulire le istituzioni della Chiesa Cattolica, a cominciare dalla trasparenza delle sue autorità finanziarie. Per questo, la Santa Sede bollava i due libri in uscita come “frutto di un grave tradimento della fiducia concessa dal Papa e un’operazione per trarre vantaggio dal gravemente illecito passaggio di documentazione riservata”. Pubblicazioni del genere, concludeva la nota vaticana, “non aiutano in nessun modo a stabilire la verità e la chiarezza, piuttosto generano confusione e conclusioni parziali e tendenziose”.
Cosa tratteranno i due libri che tanto preoccupano la Santa Sede? In Via Crucis, Gianluigi Nuzzi, promette l’editore Chiarelettere, rivela “inedite e incredibili storie di scandalo e corruzione ai più alti livelli”. Mentre l’autore sintetizza: “Da una parte c’è il messaggio di papa Francesco per una Chiesa povera, dall’altra un opaco e aggressivo sistema di potere all’interno della gerarchia vaticana”. Il secondo libro, Avarizia di Fittipaldi, secondo l’editore Feltrinelli fa una mappatura dell’impero finanziario della Chiesa, dalle vite vissute nel lusso dei cardinali al grande business della gestione di ospedali in Italia. “Il libro non parla di Francesco – precisa Fittipaldi a Repubblica Tv – ma di una Chiesa che sembra tanto lontana dalle sue parole”.
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