Una bomba ha fatto esplodere l’aereo russo sul Sinai, queste le conclusioni delle autorità inglesi e americane. Putin blocca tutti i voli per l’Egitto
La verità’ che si avvicina allarma sempre più sulle misure di sicurezza negli aeroporti egiziani. Sarebbe stata una bomba imbarcata in una valigia a far saltare l’aereo. Sono state le informazioni raccolte dall’intelligence britannica e da quella statunitense nelle comunicazioni web tra membri di Is tra Siria ed Egitto a convincere i due governi che a uccidere le 224 persone a bordo dell’Airbus A321 russo della Metrojet sia stata una bomba messa dallo Stato islamico. E, a conferma di questa ipotesi, arriva anche l’analisi di entrambe le scatole nere dell’aereo. Fonti coinvolte nelle indagini hanno riferito che la pista di un attentato terroristico è da “privilegiare notevolmente” come causa del disastro. I dati della scatola nera dello sfortunato volo 7K9268 della Kogalymavia indicherebbero un’esplosione in pieno volo non legata alla rottura del motore: lo ha riferito la televisione France 2, citando una fonte investigativa anonima. “Il suono di un’esplosione che ha avuto luogo durante il volo può essere ascoltato sulle registrazioni della scatola nera,” ha detto la fonte al canale televisivo. Secondo l’investigatore, “Il rumore non è stato causato da un guasto al motore”.
Ordigno o portato a bordo da un passeggero o, ipotesi ritenuta più probabile, nascosta in un bagaglio fatto salire sul velivolo probabilmente a causa degli scarsi controlli nello scalo (ieri il responsabile dell’aeroporto è stato all’improvviso formalmente promosso ma e di fatto rimosso) con la complicità di un addetto alla sicurezza dell’aeroporto di Sharm el Sheikh. Questa la pista ritenuta prevalente degli investigatori britannici convinti che l’ordigno sia esploso nella stiva dell’aereo.
Leader dell’Is intercettati: esultavano per l’attentato. Ad ulteriore conferma che dietro la distruzione in volo del volo della aereo russo Metrojet sabato scorso nei cieli del Sinai,ci sia lo Stato Islamico, la Nbc rivela che gli 007 Usa hanno intercettato conversazioni in cui si esultava alla notizia tra i vertici dell’organizzazione a Raqqa, la loro ‘capitale’ in Siria e loro affiliati nella penisola del Sinai, l’ex formazione Ansar al Beit al Maqdis. “Stavano chiaramente celebrando” l’evento, ha riferito la Nbc citando una fonte dell’intelligence Usa.
Timore nuovi attentati. Proprio il timore che il disastro sia stato causato da un infiltrato dell’Is o di qualche altra cellula terroristica, ancora non individuato e, probabilmente, ancora attivo all’interno dello scalo, ha determinato la scelta di sospendere numerosi voli: evidentemente si sospetta che i terroristi possano colpire di nuovo. Easyjet, infatti, ha annullato il volo per Malpensa: “Il piano di recupero dei passeggeri italiani previsto per questa sera non è più attuabile, contrariamente a quanto precedentemente annunciato, e il volo da Sharm el Sheikh a Milano Malpensa non sarà più operato”, rende noto la compagnia. Con il volo sarebbero dovuti rientrare i 154 passeggeri bloccati a Sharm el Sheikh da ieri.
Putin ordina stop a voli su Egitto. Come detto, anche la Russia ha ammesso che l’ipotesi dell’attentato è quella prevalente, nonostante le rassicurazioni pubbliche. Non a caso il presidente Vladimir Putin ha ordinato la sospensione di tutti i voli per l’Egitto. Sono 40 mila i turisti russi presenti in Egitto da sgombrare. La associazione Turpomosh, che raggruppa i principali tour operator russi, ha fatto sapere attraverso un suo rappresentante che al momento “il numero stimato di turisti che sono lì, è nell’ordine di 40 mila”.
Solo bagagli a mano. È quanto rivelano, sembra citando le stesse fonti, i due più importanti quotidiani conservatori britannici, il Times ed il Daily Telegraph ed è questa anche la ragione per cui ai primi 4.000 su 20.000 britannici che oggi saranno ‘recuperati’ con aerei passeggeri inviati oggi da Londra nel resort egiziano sarà consentito di portare con sé solo bagaglio a mano. Le altre valigie saranno imbarcate a parte su aerei cargo e sottoposti a controlli speciali. È stato mercoledì che in un’operazione congiunta gli 007 anglo-americani ricorrendo a satelliti spia, hanno intercettato comunicazioni elettroniche tra i jihadisti dei due Paesi. Subito dopo il premier David Cameron ha ordinato di bloccare tutti i voli in partenza da Sharm el Sheikh per il timore che quella contro il jet russo non fosse un’azione isolata ma facesse parte di un piano di Is più ampio. Stato islamico che per la prima volta sarebbe riuscita ad abbattere un aereo e a portare la sua minaccia ad un livello immensamente superiore.
Alitalia rafforza le misure di sicurezza. Intanto Alitalia ha predisposto un rafforzamento delle misure di sicurezza sull’aeroporto de Il Cairo. La compagnia aerea ha tra l’altro disposto la sospensione del trasporto merci e corrispondenza nelle stive e la non accettazione di bagagli che viaggiano senza proprietario. E ha chiarito che nessuna sua rotta transita sopra il deserto del Sinai, o in altre zone di guerra.
Obama: “Possibile bomba”. Ieri, per la prima volta il presidente americano Obama è intervenuto sul disastro del Sinai: ” Possibile che sia stata una bomba, ci vorrà del tempo per stabilirlo”. Ma inizialmente per Mosca la “possibilità di una bomba a bordo dell’aereo precipitato nel Sinai” ipotizzata da Barack Obama e dalla Gran Bretagna era solo “una delle supposizioni”.
Voli limitati. Non stop totale, ma limitazione dei voli di Easyjet: così le autorità egiziane hanno precisato la sospensione dei piani di rientro dei turisti britannici, chiarendo che si tratta di una limitazione. Il ministro dell’Aviazione civile egiziano Hossam Kamal ha detto che le autorità egiziane hanno chiesto a Easyjet di “organizzare per oggi 8 voli al posto dei 18 richiesti.Il rinvio temporaneo stato deciso per permettere di risolvere imprecisate “questioni logistiche” d’intesa con le autorità egiziane,ha sostenuto l’ambasciatore di Londra al Cairo, John Casson. Giovedì Londra aveva deciso di sospendere ” in via precauzionale” tutti voli tra il Regno Unito e la località turistica egiziana.mentre il governo francese ha ” sconsigliato” di andare a Sharm.
Mosca contro Charlie Hebdo: “È sacrilego”. Ha irritato il Cremlino la pubblicazione, oggi, sulla rivista satirica francese Charlie Hebdo, di alcune vignette che ironizzano sull’incidente, definite dal portavoce di Putin, Dmitri Peskov, un “sacrilegio”. Le vignette “non hanno a che fare né con la democrazia” né con la libertà “di espressione”, ha detto il portavoce.
Possibile distacco della coda. Una delle due scatole nere dell’Airbus precipitato sabato nel Sinai, quella che registra le voci nella cabina di pilotaggio, ” era danneggiata”, tuttavia “è possibile decodificarla nel prossimo futuro”. Lo ha detto il capo dell’ente aeronautico russo, Aleksandr Neradko. Stando all’analisi della prima scatola nera, quella che registrava i parametri di volo, l’Airbus 321 potrebbe aver subito un improvviso distacco della coda dalla fusoliera. La scatola nera avrebbe mostrato che nel corso del volo, durato poco più di 20 minuti, i sistemi dell’Airbus funzionavano correttamente, ma poi si è verificato un evento dopo il quale la registrazione di ogni parametro di volo si è interrotta simultaneamente. Cosa che porta gli esperti a ipotizzare un distacco della coda dell’aereo dalla fusoliera che ha comportato la rottura dei cavi che uniscono i sensori alla scatola nera, collocata appunto all’estremità posteriore del velivolo.
Nessun Sos. Per ora, comunque, è stabilito che prima della catastrofe i piloti non si sono messi in contatto con i servizi a terra, in quanto a bordo non si era verificato alcun problema. Se avessero voluto trasmettere un allarme, non vi era comunque bisogno di comunicare alla torre di controllo: era sufficiente premere il pulsante che trasmette il segnale di pericolo in codice, ma non vi è stato tempo di fare neppure questo.
Allarme Maldive. Intanto c’è un’altra aerea che diventa a rischio per i turisti. La Farnesina invita gli italiani a ” posticipare temporaneamente” i viaggi nella capitale delle Maldive e nelle isole dall’arcipelago che non ospitano resort turistici, dopo che ieri il presidente ha imposto lo stato d’emergenza nella nazione insulare nell’Oceano Pacifico, dichiarando lo “stato di emergenza in tutto il Paese per 30 giorni, che può comportare limitazioni alle libertà di movimento e di riunione”, spiega il ministero degli Esteri nel suo sito “Viaggiare sicuri”.
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