Mali, l’attacco jihadista nell’hotel dei turisti lascia 27 cadaveri. Liberati tutti gli ostaggi, ucciso chi non conosceva il Corano
Non ci sono più ostaggi in mano agli assalitori dell’hotel Radisson di Bamako, in Mali. Lo riferisce la Bbc, che cita fonti ufficiali maliane, e la tv francese BFMTV, che cita il consigliere ministeriale Amadou Sangho. Secondo il sito Jeune Afrique, che cita il ministro della Sicurezza Salif Traoré, all’interno dell’albergo c’è un ultimo gruppo di non oltre cinque assalitori, asserragliati al terzo piano. Il ministro ha aggiunto che il commando non ha mai cercato di dialogare o negoziare con le autorità maliane. “Sono metodi puramente terroristici”, ha affermato. Sangho ha invece precisato che l’operazione per liberare gli ostaggi è stata eseguita “unicamente” dalle forze maliane.
Secondo un peacekeeper delle Nazioni Unite, citato dall’emittente Abc, nell’assalto sono morte almeno 27 persone i cui cadaveri sono stati ritrovati all’interno dell’edificio. Citato a condizione di anonimato, il peacekeeper ha detto di aver visto 12 corpi al piano terra dell’hotel e altri 15 al secondo piano.
Sarebbero stati uccisi anche tre degli assalitori che facevano parte del commando. Lo ha riferito il ministero maliano della Sicurezza, stando a quanto riferisce il sito locale ‘Abamako’. Secondo il sito, è ancora in corso il blitz delle forze speciali (FOTO) all’interno dell’hotel Radisson a Bamako, in Mali, assaltato stamani da un commando armato che ha preso in ostaggio 170 persone.
L’agenzia di stampa ufficiale turca Anadolu, citando una fonte della sicurezza locale, aveva riferito di alcuni ostaggi in grado di “recitare versi del Corano” rilasciati dagli uomini armati. Persone in grado di “proclamare in arabo la grandezza di Dio”, ovvero pronunciare la formula ‘Allahu Akbar’.
GRUPPO MOURABITOUN RIVENDICA ATTACCO A HOTEL – Il gruppo jihadista ‘Mourabitoun’ ha rivendicato l’attacco e il sequestro di ostaggi nell’hotel Radisson, in coordinamento con ‘l’Emirato del Sahara’ che è una cellula di al-Qaeda nel Maghreb islamico (Aqmi). Lo riferisce la tv araba al-Jazeera che afferma di aver ricevuto un messaggio audio con la rivendicazione. Il gruppo pone anche una condizione per il rilascio degli ostaggi, ovvero che venga ”fermata l’aggressione contro la popolazione del nord del Mali”. Il gruppo Mourabitoun annuncia inoltre che, al termine dell’operazione, verrà diffuso un comunicato più esteso. Rivolgendosi alle ”autorità del Mali e della Francia”, il gruppo afferma che ”se rifiutate” le richieste ”sapete come andrà a finire, lo avete già sperimentato”.
NELLA STRUTTURA – Secondo Jeune Afrique, al momento dell’attacco, l’albergo – con 190 stanze – era “pieno al 90%”. L’hotel è frequentato da molti stranieri che lavorano nel Paese. Secondo France Info, ospiterebbe tra l’altro militari della missione Onu in Mali (Minusma).
GENTILONI CONFERMA: NESSUN ITALIANO COINVOLTO – “Al momento non risultano italiani coinvolti nell’attacco in Mali”. Lo ha detto il ministro degli esteri Paolo Genitloni ricordando tuttavia che ci sono nostri connazionali a Bamako e una ventina di militari impegnati nelle diverse missioni”. “La situazione è molto tesa, d’altra parte è un Paese in cui il rischio islamista e terrorista è molto presente”, ha aggiunto.
MILITARI ITALIANI – Fonti dello Stato Maggiore della Difesa interpellate dall’Adnkronos precisano che i militari italiani in attività nell’ambito delle missioni multinazionali in Mali non sono stati coinvolti negli attacchi.
STAFF AIR FRANCE – Tra gli ostaggi c’erano anche 12 membri dell’equipaggio di Air France. Lo ha annunciato la stessa compagnia aerea francese su Twitter. Si tratta di due piloti e 10 assistenti di volo: “La totalità dell’equipaggio si trova ora in un luogo sicuro”, ha annunciato la compagnia, aggiungendo che sono stati annullati tutti i voli di oggi da e verso Bamako.
L’ATTACCO – Il commando sarebbe arrivato nell’albergo a bordo di una macchina con la targa ‘corpo diplomatico’, poi sarebbe riuscito a salire fino al settimo piano dell’hotel, da dove avrebbe iniziato a sparare. Il presidente maliano Ibrahim Boubacar Keita – a N’Djamena, in Ciad, per il G5 del Sahel – rientrerà in giornata a Bamako. Sempre nella capitale maliana, lo scorso marzo, l’attacco armato in un ristorante.
PRESIDENTE MALI: SITUAZIONE PREOCCUPANTE MA NON DISPERATA – “La situazione è preoccupante ma non è disperata”, ha affermato il presidente maliano Ibrahim Boubacar Keita in dichiarazioni a France24. Il presidente ha assicurato che “le forze di sicurezza continuano l’operazione” nell’albergo.
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