Virginia Raggi in difficoltà nel fare la giunta. Il “fuoco amico” della Lombardi e le nomine da rifare. In bilico anche il capo di gabinetto Frongia
Prima il “fuoco amico” di Roberta Lombardi sulla nomina del vicecapo di gabinetto di Virginia Raggi indicato come “filo-Alemanno”. Poi i dubbi di Marcello De Vito, mister preferenze del M5S sull’annuncio della giunta: “È probabile ma non certo”, dice, che arrivi il 7 luglio, durante la prima seduta del consiglio comunale. Secondo un servizio di Repubblica.it, una formula vaga quanto basta che segnala, ancora una volta, le difficoltà che la sindaca a 5 Stelle sta riscontrando nel comporre la sua squadra.
Parole che, al netto dello svarione sul regolamento (un sindaco è obbligato a presentare la sua squadra durante il primo consiglio comunale) riportano all’interno del M5S le criticità dei primi 12 giorni di governo Raggi. La sindaca, al momento, appare stretta tra le correnti, nel mirino proprio della Lombardi, deputata romana e componente di peso del “mini-direttorio” che supporta la neo eletta. Ma, soprattutto, primo sponsor di De Vito che lei avrebbe voluto come candidato al Campidoglio.
Bisogna partire da qui per provare a leggere le prime mosse della Raggi, unica tra i sindaci eletti il 19 giugno a non avere completato la sua giunta. E vale la pena tornare alle Comunarie 5 Stelle di febbraio, che vedevano contrapposti De Vito (già candidato nel 2013 contro Ignazio Marino, “portato” dalla Lombardi) e Raggi (sostenuta da Alessandro Di Battista). Vinse quest’ultima e proprio Di Battista, pubblicamente, tentò la mediazione: “Il candidato sindaco che vincerà, nomini il secondo arrivato come vicesindaco”. Una proposta destinata a naufragare di fronte alla netta contrarietà della Raggi che per quel ruolo, già allora, avrebbe preferito di gran lunga Daniele Frongia, suo braccio destro.
Cinque mesi dopo, nonostante il 67% al ballottaggio, la sindaca ha dovuto sottostare ai veti interni: il suo no a De Vito vicesindaco (dirottato ora alla presidenza dell’Assemblea capitolina) ha scosso i delicati equilibri del M5S. E così, la Raggi, come contraccolpo, è stata costretta a rinunciare a Frongia in giunta, nominandolo capo di gabinetto. Col doppio risultato di lasciare scoperta la casella di vicesindaco che ora andrà a un esterno al M5S (a Livorno e a Parma quell’incarico è stato assegnato al più votato in consiglio). E spostando Frongia alla guida del suo gabinetto. Per supportare quest’ultimo (che, a causa della legge Severino non può firmare atti di spesa) è stato “ingaggiato” come suo viceMarra, criticato due giorni fa dalla Lombardi.
Ora, nonostante non sia stata resa pubblica l’ordinanza di nomina, filtra che l’incarico del dirigente capitolino (che ha lavorato anche alla Regione Lazio sotto Renata Polverini) sarà “a tempo”. Durerà, dicono, 10-15 giorni, il tempo di mettere in moto la macchina amministrativa. Poi verrà sostituito (forse da un magistrato) e lui potrebbe andare a ricoprire un altro ruolo. Al di là del caso specifico, resta la conflittualità mai sopita con la Lombardi che, al momento, non vedrebbe riconosciuto il suo peso in giunta. Al contrario di Luigi Di Maio, ad esempio, che potrebbe incassare la nomina dell’assessore al Sociale, Laura Baldassarre, collaboratrice (in Unicef e al Garante dell’infanzia) di Vincenzo Spadafora che per Di Maio cura i rapporti istituzionali. Le posizioni da occupare all’interno dell’amministrazione, però, sono ancora tante e la Lombardi sembra stia
premendo per avere persone di riferimento all’Urbanistica e al Patrimonio.
Nel mezzo della battaglia tra correnti, oggi la Raggi vedrà, in udienza privata, Papa Francesco. Potrebbe essere l’occasione per affrontare col Pontefice il dossier Imu da far pagare alle strutture Vaticane. Più volte, la sindaca in campagna elettorale aveva segnalato: “Anche il Papa è d’accordo”. L’obiettivo è incassare 400 milioni di euro l’anno.
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