Dallas, esplode la protesta contro le violenze della polizia: uccisi 5 agenti e 7 feriti. Cecchini sparano sulla polizia
Quattro poliziotti sono stati colpiti a morte da spari di cecchini durante una manifestazione di protesta a Dallas contro le uccisioni di afroamericani da parte delle forze dell’ordine. Un quinto è morto poche ore più tardi a causa delle ferite riportate. Un uomo è stato arrestato e un altro si è consegnato agli agenti. E’ stato reso noto il nome di uno dei cinque agenti rimasti uccisi: si tratta di Brent Thompson, 43 anni, agente delle forze del Dart (Dallas Area Rapid Transit). Le altre quattro vittime sono del dipartimento di polizia.
“Apparentemente due cecchini hanno sparato contro dieci poliziotti da una posizione elevata durante la manifestazione di protesta”, ha affermato il capo della polizia di Dallas, David Brown, citato dall’emittente Nbc 5. I colpi sono stati sparati verso le 21, ora locale. Un undicesimo agente è stato ferito in un’altra sparatoria. Quattro dei poliziotti sono morti, mentre anche un civile sarebbe rimasto ferito.
Il testimone: “Ho visto cecchino sparare a poliziotto, sembrava un’esecuzione”
Si è suicidato il sospetto, circondato dalla polizia di Dallas, e barricato in un garage con la minaccia di far esplodere bombe in città. A confermarlo sono le autorità locali. L’uomo, che ha aperto il fuoco contro gli agenti, si trova al secondo piano del garage El Centro: “Ci sono bombe, nel garage e nel centro della città”, avrebbe affermato poco prima agli agenti. L’Fbi e reparti di genieri stanno cercando gli ordigni ed è stato rinvenuto un pacco sospetto. “La fine sta arrivando”, aveva detto l’uomo, spiegando di aver piazzato bombe “dappertutto”. La polizia ha avviato un’operazione alla ricerca di eventuali esplosivi.
Nella sparatoria è rimasta ferita anche una civile. Secondo diverse emittenti americane, si tratta della 37enne afroamericana Shetamia Taylor, raggiunta ad una gamba. La sorella ha raccontato alla Nbc, che la donna si è buttata a terra facendo scudo col suo corpo al figlio quindicenne, mentre gli altri tre figli sono corsi via perdendosi nella folla.
Le autorità americane per l’aviazione hanno chiuso lo spazio aereo su Dallas. Una nota della Federal Aviation Authority precisa che sono autorizzati soltanto voli di soccorso sotto la direzione della polizia di Dallas.
Brown ha anche reso noto l’arresto di tre sospetti dopo la sparatoria contro la polizia alla manifestazione di protesta a Dallas. Uno era vicino il garage El Centro, gli altri due sono stati fermati dopo essere partiti a tutta velocità su una Mercedes nera a bordo della quale avevano caricato una borsa mimetica.
Secondo Brown ci sono diverse persone coinvolte nell’attacco contro la polizia. A suo parere c’erano quattro sospetti muniti di fucili che hanno agito “a partire da posizioni elevate in diversi posti del centro” di Dallas. Tra gli arrestati anche una donna, fermata nei pressi del garage dove è barricato il quarto sospetto, mentre due persone sono state fermate mentre si trovavano a bordo di una Mercedes nera. Secondo Brown, i quattro hanno agito insieme, ma al momento non sono chiari i motivi.
Gli spari durante il raduno di protesta hanno provocato il panico ed un fuggi fuggi generale fra la folla che stava partecipando alla protesta vicino al John Kennedy memorial. Un video diffuso su Youtube e Twitter mostra la gente in fuga mentre si sente il rumore degli spari.
La polizia ha diffuso su Twitter l’immagine di un afroamericano con un pizzetto e una maglietta mimetica, considerato un sospetto. L’uomo nella foto, ha poi annunciato Brown, si è consegnato agli agenti ed è stato rilasciato poche ore più tardi. lIntervistato da una tv locale, l’organizzatore della protesta di Dallas, Mark Hughes, ha spiegato che l’uomo è suo fratello Cory, che aveva voluto partecipare alla manifestazione portando apertamente un’arma.
Un secondo uomo è stato arrestato dopo una sparatoria con le forze speciali delle unità Swat, durante la quale non vi sono stati feriti. Un pacco sospetto è stato trovato sul posto e i genieri sono al lavoro.
I manifestanti di Dallas protestavano per i due ultimi episodi di afroamericani uccisi dalla polizia, ultime morti di una lunga catena di episodi simili. Philando Castile, 32 anni, è stato ucciso ieri a Saint Paul, Minnesota, mentre stava prendendo il portafogli per mostrare i documenti dopo essere stato fermato perché una delle luci di posizione della sua auto era rotta. Alla morte di Castile, responsabile della mensa di una scuola elementare, hanno assistito la moglie, che ha ripreso tutto in un video, e la figlioletta. Il giorno prima a Baton Rouge, in Louisiana, due agenti hanno sparato contro Alton Sterling, 37 anni, mentre lo tenevano immobilizzato a terra, come si vede in un video registrato da un passante.
Le due morti hanno riacceso la rabbia degli afroamericani e scosso le coscienze, con manifestazioni in varie parti degli Stati Uniti, compresa una grande marcia a Washington verso la Casa Bianca. “Abbiamo visto troppe volte tragedie come queste – ha detto il presidente americano Barack Obama al suo arrivo a Varsavia per il summit Nato – tutti noi americani siamo turbati da queste sparatorie, che non sono incidenti isolati, ma sono sintomatici delle disparità razziali”.
“Una cosa del genere sarebbe accaduta se il guidatore e i passeggeri fossero stati bianchi? Penso di no – ha dichiarato il governatore democratico del Minnesota, il bianco Mark Dayton – ritengo che tutti noi in Minnesota dobbiamo confrontarci con il fatto che questo razzismo esiste. Nessuno dovrebbe essere ucciso in Minnesota perchè ha una luce di posizione rotta”. Il dipartimento americano della Giustizia ha aperto un’indagine federale sul caso Sterling e monitora l’indagine in Minnesota.
La divisione dell’Fbi di Dallas sta fornendo “tutta l’assistenza possibile” alla polizia della città texana, colpita da un attacco condotto da cecchini che ha lasciato sul campo cinque agenti. Lo ha detto la portavoce del Bureau, Allison Mahan. Intanto, citato dalla Cnn, un agente speciale dell’Fbi in pensione, Steve Moore, ha sostenuto che l’attacco potrebbe essere stato preparato da tempo. “E’ un attacco pianificato da molto tempo, in attesa dell’occasione per compierlo – ha detto -. Potrebbero non aver pianificato il luogo ed il punto da cui condurlo, ma la mia idea è che fossero preparati”.
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